FAQ

OSTEOAPATIA IN GRAVIDANZA

Il trattamento osteopatico è invasivo?

Assolutamente no. L’osteopata tramite palpazione manuale individua le zone di alterata densità e funzionalità. Tramite manipolazioni estremamente delicate e in totale sicurezza cerca di normalizzare le disfunzioni e ridare funzionalità al sistema.

Il trattamento osteopatico può far male al mio bambino che ho in grembo?

Assolutamente no. L’osteopata attraverso un lavoro di riequilibrio e normalizzazione di zone di alterata densità pone il corpo della mamma nelle migliori condizioni possibili per accogliere il suo bambino e per prepararsi al meglio al parto.

Posso fare sedute osteopatiche anche se la mia gravidanza è definita a rischio?

Si, in questo caso la comunicazione tra osteopata e ginecologo di riferimento è essenziale per lavorare in sinergia e impostare il lavoro migliore possibile per la gravidanza in atto.

Posso fare sedute osteopatiche se ho già avuto gravidanze e se ho fatto un cesareo?

Si, il compito dell’osteopata è quello di normalizzare e riequilibrare bacino, utero, colonna lombare, anche ecc oltre ad eventuali tensioni provocate da cicatrici pregresse.

Posso fare trattamenti osteopatici nei primi tre mesi di gravidanza?

Si, sarà l’osteopata a scegliere le tecniche più idonee a questo trimestre.

Il mio bambino è podalico, può l’osteopatia aiutare a fargli assumere il corretto posizionamento in utero?

L’osteopatia rappresenta un’aternativa naturale e non invasiva a  quella ginecologica per portare il bambino ad assumere il corretto posizionamento in utero in previsione del parto. Attraverso tenciche fasciali, legamentose e fluidiche l’osteopata agisce su tutte le componenti del bacino della mamma per dare al bambino tutto lo spazio necessario per i suoi movimenti.

 

OSTEOPATIA PEDIATRICA

Il trattamento osteopatico è invasivo?

Assolutamente no. L’osteopata tramite palpazione manuale individua le zone di alterata densità e funzionalità. Tramite manipolazioni estremamente delicate e in totale sicurezza cerca di normalizzare le disfunzioni e ridare funzionalità al sistema.

Il trattamento osteopatico può avere effetti collaterali?

No, se applicato con criteri e approcci corretti.
Talvolta nelle ore successive i bambini possono evidenziare un aumento del sonno, un aumento del transito intestinale e in alcuni casi irritabilità. Effetti che si risolvono spontaneamente nelle prime 24-48 ore.

Il trattamento osteopatico può provocare danni?

No. Le tecniche e il tocco utilizzato sono lievi e dolci.

E’ doloroso?

No

E’ possibile ricorrere all’osteopatia insieme ad altre terapie?

L’osteopatia può essere integrata con altre terapie perché non ha controindicazioni, può essere associata a terapie farmacologiche, omeopatiche, fisioterapiche e di tipo psicologico.

Può condizionare le altre terapie in corso?

Si, nel senso che può migliorarne l’efficacia. Uno degli scopi del trattamento è proprio quello di supportare e coadiuvare le terapie mediche, ad esempio migliorando il flusso sanguigno, la respirazione e la digestione del bambino.

Cosa fa l’osteopata quando mette le mani in testa al mio bambino?

Durante la gravidanza e il parto, può succedere che le ossa craniche del bambino , ancora molto modellabili, vengano compresse o subiscano delle modifiche, che se non vengono corrette rischiano di stabilizzarsi e causare problematiche alla colonna vertebrale, alla suzione e deglutizione, e possono ostacolare l’attività di alcuni nervi importanti per la digestione ed il funzionamento intestinale; uno degli obiettivi dell’osteopata è correggere queste condizioni da subito riducendo il rischio che in futuro si presentino queste problematiche.

Quante sedute dovrà effettuare il mio bambino?

Dipende da caso a caso, non c’è un numero fisso di sedute da effettuare. L’osteopata ad ogni trattamento valuta la necessità del trattamento successivo e le tempistiche.

Quando l’Osteopatia non è efficace?

In tutti i casi in cui è presente un danno biologico come per esempio fratture, ferite non cicatrizzate, lesioni muscolari, legamentose o tendinee, ulcere, piaghe, malattie genetiche, tumori, ictus ecc. In alcuni di questi casi può contribuire ad alleviare il dolore che accompagna o consegue la patologia. Può inoltre contribuire a sostenere e incrementare l’effetto di altre terapie ovviamente primarie in determinate patologie.